mercoledì 11 settembre 2013

IL DODECANNESO ITALIANO 1923-1936 (Recensione su IL FOGLIO QUOTIDIANO dell'11/11/2013)

"Il Dodecaneso italiano. 1912-1947. II. - II governo di Mario Lago", di Luca Pignataro (Solfanelli, 658 pp., 40,00 euro)


Dopo un primo volume, uscito nel 2012, e incentrato sugli aspetti generali del governo delle isole dell'Egeo sotto l'occupazione provvisoria italiana, dal 1912 al 1923, vista nella prospettiva del passaggio da un'amministrazione diretta da militari a una di funzionari civili, questo secondo, ponderoso testo (l'opera completa ne prevede anche un terzo, di prossima uscita) è dedicato agli anni che vanno dal 1923 al 1936, e alla figura del governatore Mario Lago, il diplomatico ligure (nato a Savona nel 1878 e morto a Capri nel 1950) che fu nominato governatore del Dodecaneso nel 1922, e che si caratterizzò per una politica lungimirante e sostanzialmente rispettosa delle istanze culturali delle popolazioni della colonia italiana nell'Egeo. Lago fu senza dubbio il personaggio chiave di una vicenda che, con lo studio appassionato e minuzioso di Pignataro, esce finalmente dal cono d'ombra e di approssimazione nel quale è stata a lungo relegata. Il libro ricostruisce il profilo biografico di Mario Lago, che fu sodale di qualificati esponenti della cultura italiana del primo Novecento, oltre che egli stesso scrittore e critico d'arte, e la sua opera di governo in Egeo sullo sfondo dei complessi rapporti tra amministrazione italiana, regime fascista, enti locali, comunità etnico-religiose. Senza dimenticare le esigenze di politica estera e il ruolo di Rodi, capitale della colonia, come centro d'influenza italiana in oriente, particolarmente nei riguardi degli ebrei. Il governo di Lago, spiega Pignataro, segnò per il Dodecaneso l'ingresso nella "modernità". Non solo per la costruzione di infrastrutture ma anche per l'impulso nell'amministrazione pubblica e in settori e iniziative (catasto, censimento, sanità, assistenza all'infanzia, istruzione, bilanci comunali, elezioni amministrative), fino a quel momento trascurati o inesistenti.


© IL FOGLIO QUOTIDIANO di Giuliano Ferrara
Mercoledì 11 settembre 2013



Luca Pignataro
IL DODECANESO ITALIANO 1912-1947
II - Il Governo di Mario Lago 1923-1936
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-713-0]
Pagg. 664 - € 40,00
http://www.edizionisolfanelli.it/ildodecanesoitaliano2.htm









Luca Pignataro
IL DODECANESO ITALIANO 1912-1947
I - L'occupazione iniziale: 1912-1922
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-712-3]
Pagg. 248 - € 20,00
http://www.edizionisolfanelli.it/ildodecanesoitaliano1.htm

martedì 10 settembre 2013

Books: The Italian Dodecanese, a unique, forgotten history

Books: The Italian Dodecanese, a unique, forgotten history

Pignataro's Vol. II focuses on Governor Mario Lago (1923-1936)

10 SEPTEMBER, 10:25

(by Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ROME, SEPTEMBER 9 - Strategically located in the Aegean Sea off the eastern edge of Crete, the Dodecanese Islands were colonized by Italy from 1912-1947: the second volume of historian Luca Pignataro's ''The Italian Dodecanese'' (Solfanelli publishers, 655 pages, 40 euros) sheds light on an occupation that, at least until 1936, was marked by good administration, efforts to modernize a long-marginalized area, and tolerance towards local communities.

The second volume of a history narrated with accuracy and a wealth of materials focuses on Mario Lago, who was governor of the colony from 1923-1936.

''A man of culture as well as a diplomat'', says Pignataro, ''because it must be said Mussolini wanted it that way, at least for a while. Mussolini wanted to establish good relations with Greece and Turkey, so he drew up some treaties with that purpose and unofficially decided to preserve a degree of autonomy for the inhabitants. In 1936, when the aim became challenging Great Britain for control of the Mediterranean, Italian foreign policy became more aggressive''. Why has this piece of Italian history in the once-Ottoman, now Greek islands fallen into oblivion? ''The main reason is Italy lost the war, so it had to try to make others forget its previous superpower attitudes,'' the historian explained to ANSAmed. ''In the post-war period, Italy had to try to re-establish good relations with its neighbors, in this case with Greece. Then, the islands were far away, and there were few Italians living there. Also, the Italian rule of the Dodecanese became involuntarily linked with the 1940 attack on Greece. That was a very sad page, and everything that could become an obstacle to good relations between Italy and Greece had to be forgotten.'' ''Lago was a man of culture - says Pignataro - and he tried to make the islands flourish. He was fairly tolerant towards the various local communities, took a soft-handed approach, without political fanaticism. His period was not one of Fascism with a truncheon. Of course, as the representative of a foreign power his mandate was to 'Italianize' the inhabitants to a degree. But he respected local customs and tried to preserve them.'' And the Greeks? How do they remember that period? ''Educated, European-oriented Greeks are very interested in that history, while older educated Greeks berate it, out of ideological prejudice. On the contrary, the locals recall it as a time of good administration'', says Pignataro, who spent 10 months in the Rhodes island archives. ''They recognize the quality of the architecture and urban planning. Now they are in disrepair, and they lament their loss.'' Things changed with the arrival of Governor Cesare De Vecchi di Val Cismon in 1937. ''De Vecchi imposed Italian as the only language in schools, which all became state-run. He sacked local teachers and brought others in from Italy. There were unpleasant episodes, with Fascist squads participating in repression. But even then, there was a concern for the material well-being of the locals. De Vecchi did not want Italy to declare war.

Personally he was not an anti-Semite, although he later applied the Racial Laws.'' ''De Vecchi's policies and most of all, Italy's entry into war ruined everything,'' Pignataro recalls. ''At that point, it became clear that whoever won the war would get to keep the islands. There was a measure of local hostility towards Italians, although peppered with stories of friendships being struck up with Italian soldiers. On the island of Kastellorizo a number of locals fought the British alongside the Italian troops, and were awarded medals of valor for it.'' 
(ANSAmed).
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Libri: il Dodecaneso italiano,una storia unica e dimenticata

Libri: il Dodecaneso italiano,una storia unica e dimenticata

Esce II volume Pignataro centrato su anni di Mario Lago 1923-36


(di Patrizio Nissirio) (ANSAmed) - ROMA, 9 SET - Una buona amministrazione. Uno sforzo notevole per modernizzare dal punto di vista infrastrutturale, agricolo ed urbanistico un territorio rimasto arretrato e marginale da secoli. Un'esperienza che, almeno fino al 1936, quando cambia la politica estera italiana, diventando più muscolare, ha più luci che ombre, specie in termini di tolleranza ed inclusione verso le varie comunità: la storia del Dodecaneso italiano (1912-1947), tanto unica quanto dimenticata, continua ad essere narrata con straordinaria - ed inedita - accuratezza e ricchezza di materiali da Luca Pignataro nel secondo volume del suo "Il Dodecaneso italiano" (Solfanelli, pp.655, 40 euro).

Un secondo volume incentrato sulla figura di Mario Lago, governatore del possedimento dal 1923 al 1936, anni in cui queste isole oggi greche (che dipendevano allora dal ministero degli Esteri e non da quello delle Colonie) diventano un esempio di sapiente amministrazione, grazie al livello culturale di Lago, "un uomo di cultura, oltre che diplomatico". Ma anche, sottolinea Pignataro, "perché Mussolini disse che doveva essere così, almeno per un certo periodo. Occorreva ristabilire buoni rapporti con Grecia e Turchia, quindi negli anni venti Mussolini fa fare dei trattati con la Grecia e viene detto ufficiosamente che si farà in modo di mantenere una certa autonomia degli abitanti. Poi nel 1936 cambierà la politica estera italiana, con l'atteggiamento per il quale si vuole controllare il Mediterraneo, la sfida alla Gran Bretagna. Quindi bisognerà essere più aggressivi".

Perché questo pezzo di storia italiana, dove c'è anche qualche motivo di orgoglio, proprio per la buona gestione delle isole ex ottomane, è finito nell'oblio, gli chiediamo? "Il motivo principale - spiega lo storico ad ANSAmed - è che l'Italia aveva perso la guerra e quindi bisognava far dimenticare queste attitudini da grande potenza, nel dopoguerra si doveva cercare di ristabilire buoni rapporti con paesi vicini, in questo caso la Grecia. Poi, la limitatezza del contesto geografico, e la sua perifericità. Gli italiani erano pochi, in quelle isole. Involontariamente, poi, si ricollegava il Dodecaneso italiano con l'attacco alla Grecia del 1940, che era una pagina molto triste. E tutto quel che poteva essere d'ostacolo ai buoni rapporti Italia-Grecia andava dimenticato".

"Lago - spiega Pignataro - aveva un livello culturale superiore e ha operato affinché questo possedimento diventasse una realtà fiorente. Cercò di avere una politica abbastanza tollerante verso le varie comunità, cerco di avvicinarle all'Italia con maniere affabili. Non ci fu fanatismo politico.

Sbaglia chi identifica i suoi anni con il fascismo col manganello. Il limite era nella cosa in sé: doveva promuovere queste terre, ma era il rappresentante di un paese straniero, bene o male, alla lunga avrebbe dovuto italianizzare in una certa misura gli abitanti. C'era un gran rispetto verso le consuetudini locali, non il tentativo di stravolgerle". "I greci colti - dice Pignataro, che ha passato 10 mesi negli archivi di Rodi -, quelli con una formazione culturale europea sono molto interessati a quel pezzo di storia. Ma i greci anche colti delle vecchie generazioni lo vivono con fastidio, lo vituperano, ne parlano a tinte fosche, ma sulla base di preconcetti ideologici. Al contrario, la gente comune, soprattutto a Rodi, parlando a quattr'occhi dice 'eravamo ben amministrati'. Riconoscono la qualità di interventi architettonici ed urbanistici che purtroppo oggi sono in rovina, e loro stessi se ne lamentano".

Quando arrivò il governatore Cesare De Vecchi di Val Cismon, nel 1937, le cose cambiarono. "Con De Vecchi la lingua d'insegnamento doveva essere solo l'Italiano, le scuole divennero tutte governative. Per fare questo licenziò molti maestri locali e fece venire molti insegnanti dall'Italia. Ci furono cose spiacevoli, fenomeni di squadrismo, ma anche in quel periodo ci si preoccupava del benessere materiale della gente.

De Vecchi non voleva che l'Italia entrasse in guerra, personalmente non era antisemita, anche se poi applicò le leggi razziali". "La politica di De Vecchi, ma soprattutto l'entrata in guerra con la Grecia rovinò tutto - ricorda Pignataro - A quel punto i giochi erano chiari: chi avesse vinto si sarebbe tenuto quelle isole. Lì cresce astio contro gli italiani, ma sempre in certa misura, infatti si racconta anche di amicizia con soldati italiani. A Castelrosso (oggi Kastellorizo) c'erano molti filo italiani, che combatterono con gli italiani contro gli inglesi ed ebbero medaglie al valore".(ANSAmed).
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