lunedì 26 dicembre 2011

Novità in libreria: IL DODECANESO ITALIANO - Vol. 1

Il primo volume esamina gli sviluppi dell’ordinamento giuridico delle isole sotto l’occupazione provvisoria (1912-1923), poi divenuta piena sovranità dell’Italia (dal 1923 alla seconda guerra mondiale), col passaggio da un’amministrazione diretta da militari a una di funzionari civili, evidenziando le sfere di autonomia di cui godettero sino al 1936 le tre comunità insulari: greca ortodossa (numericamente preponderante), turca musulmana, israelita sefardita (di quest’ultima viene delineata anche la situazione successiva alle leggi razziali del 1938).
Il libro passa poi a descrivere in quali ambiti le autorità militari italiane decisero a partire dal 1912 di intervenire nella realtà locale, organizzando in molti casi ex novo i servizi pubblici e riuscendo a superare il difficile periodo della prima guerra mondiale, per poi doversi confrontare con l’irredentismo ellenico.
Nel 1920, quando sembrava che solamente Rodi e Castelrosso sarebbero rimaste all’Italia, venne introdotta l’amministrazione civile: l’autore prende in esame le proposte di statuto elaborate dai governatori italiani per garantire una certa autonomia all’isola di Rodi. Nel 1922 tuttavia la catastrofe greca in Asia Minore e l’avvento al governo di Mussolini a Roma e di Kemal in Turchia avrebbero segnato il vero punto di svolta: tutto il Dodecaneso sarebbe divenuto definitivamente italiano.

lunedì 28 novembre 2011

Novità: IL DODECANESO ITALIANO - L'occupazione iniziale: 1912-1922

Molti sono gli Italiani che oggi si recano a trascorrere una vacanza in Grecia nelle bellissime isole dell’incantevole mare Egeo che prendono il nome di Dodecaneso (tra cui Rodi, Kos, Simi, Lero, Karpathos/Scàrpanto, Patmo, Kastellorizo/Castelrosso), ma ben pochi fra essi sono al corrente di quanto quelle isole siano state segnate da una presenza italiana durata dal 1912 — quando furono sottratte alla Turchia ottomana — agli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale: una presenza che segnò l’ingresso del Dodecaneso nella modernità e che viene per la prima volta ricostruita in modo approfondito in tre volumi di Luca Pignataro, elaborazione delle sue ricerche storiografiche iniziate nel 2000, svolte su una cospicua documentazione precedentemente non studiata da alcuno e culminate nella sua tesi di dottorato che ha conseguito il prestigioso premio della Fondazione Spadolini Nuova Antologia.
Il primo volume esamina gli sviluppi dell’ordinamento giuridico delle isole sotto l’occupazione provvisoria (1912-1923), poi divenuta piena sovranità dell’Italia (dal 1923 alla seconda guerra mondiale), col passaggio da un’amministrazione diretta da militari a una di funzionari civili, evidenziando le sfere di autonomia di cui godettero sino al 1936 le tre comunità insulari: greca ortodossa (numericamente preponderante), turca musulmana, israelita sefardita (di quest’ultima viene delineata anche la situazione successiva alle leggi razziali del 1938).
Il libro passa poi a descrivere in quali ambiti le autorità militari italiane decisero a partire dal 1912 di intervenire nella realtà locale, organizzando in molti casi ex novo i servizi pubblici e riuscendo a superare il difficile periodo della prima guerra mondiale, per poi doversi confrontare con l’irredentismo ellenico.
Nel 1920, quando sembrava che solamente Rodi e Castelrosso sarebbero rimaste all’Italia, venne introdotta l’amministrazione civile: l’autore prende in esame le proposte di statuto elaborate dai governatori italiani per garantire una certa autonomia all’isola di Rodi. Nel 1922 tuttavia la catastrofe greca in Asia Minore e l’avvento al governo di Mussolini a Roma e di Kemal in Turchia avrebbero segnato il vero punto di svolta: tutto il Dodecaneso sarebbe divenuto definitivamente italiano.


Luca Pignataro

IL DODECANESO ITALIANO
1912-1947
I - L'occupazione iniziale: 1912-1922


Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-712-3]
Pagg. 248 - € 20,00

venerdì 11 novembre 2011

Luca Pignataro autore dei volumi: IL DODECANESO ITALIANO 1912-1947

Luca Pignataro, nato a Roma nel 1973, si è laureato in Lettere presso
l’Università di Roma La Sapienza ed ha conseguito il titolo di dottore di
ricerca in Storia, politica e rappresentanza degli interessi nella società
italiana e internazionale presso l’Università degli Studi di Teramo. Ha
conseguito il diploma della Scuola biennale dell’Archivio di Stato di Roma
e di quella dell’Archivio Segreto Vaticano. È docente a tempo indeterminato
di italiano, storia e geografia presso le scuole secondarie.
Suoi articoli e recensioni sono stati pubblicati da qualificate riviste di
studi storici quali “Clio”, “Nuova Storia Contemporanea”, “Le carte e la
storia”, “Nuova Rivista Storica”, “Rivista di Studi bizantini e neoellenici”,
“La nuova Europa”, “Nova Historica”. Le sue ricerche storiografiche hanno
riguardato le isole Ionie nel periodo napoleonico, la Slovenia nella prima
metà del Novecento, la Resistenza cattolico-liberale in Emilia, la crisi del
movimento cattolico italiano negli anni Cinquanta, l’Ungheria dal 1945 al
1956.
Si è interessato alle vicende della presenza italiana nel Dodecaneso sin
dal 2000, pubblicando su tale argomento diversi articoli nel corso degli anni
e intervenendo alla XXX conferenza annuale della American Association of
Italian Studies, svoltasi nel 2010 presso la University of Michigan nella
città di Ann Arbor (USA), con una relazione dal titolo Il Dodecaneso italiano
fra politica e cultura
.
La sua tesi di dottorato, Il Dodecaneso italiano 1912-1947. Forme
istituzionali e pratiche di governo
, nel 2011 ha ricevuto il premio della
Fondazione Spadolini-Nuova Antologia.

martedì 1 novembre 2011

Anticipazione: IL DODECANESO ITALIANO 1912-1947

Nel 1912 l’occupazione italiana del Dodecaneso era iniziata come provvisoria, nel quadro della guerra contro la Turchia cui le isole appartenevano, ma le autorità militari italiane restarono ben presto colpite dalle condizioni di arretratezza in cui le isole versavano dopo secoli di dominio ottomano e si proposero interventi modernizzatori. Non tennero però conto della volontà della maggioranza degli abitanti, di etnia greca e religione ortodossa, di unirsi alla Grecia.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale avrebbe ben presto rivisto Italia e Turchia su fronti opposti, con la prima desiderosa di garantirsi definitivamente il possesso delle isole, ma gli anni del primo dopoguerra sembrarono prospettare un precario ripiegamento italiano sulla sola Rodi, cui le autorità italiane intendevano garantire un certo grado di autonomia sotto la guida di un governatore civile.
Dopo la catastrofe greca in Asia Minore nel 1922 e l’avvento al potere di Benito Mussolini, il dominio italiano veniva definitivamente sancito col trattato di Losanna del 1924, che dava vita al Possedimento delle Isole italiane dell’Egeo. Ne divenne governatore un diplomatico di estrazione liberale, Mario Lago, il quale vedeva nell’affermarsi del fascismo il rinnovamento del prestigio nazionale, senza però che questo facesse velo alla sua natura di uomo di cultura, di ampie vedute e di indole non aggressiva.
Egli iniziò così una raffinata politica di smussamento delle contrapposizioni e allo stesso tempo di inculturazione della popolazione ortodossa delle isole, mentre era garantita la simpatia delle minoranze etniche: l’israelita, che subito aveva visto nell’Italia la garante della propria emancipazione, e la musulmana, desiderosa di scongiurare il passaggio sotto l’aborrito vicino greco.
La politica di Lago, che vide il potenziamento delle infrastrutture, una spinta verso il miglioramento delle istituzioni locali ma senza troppo brusche imposizioni, il tentativo di indirizzare le giovani generazioni verso una formazione italiana e di favorire un’immigrazione di Italiani, l’avvio del turismo, segnò effettivamente l’inizio di un cambiamento radicale delle società isolane e persino del paesaggio, con nuovi e suggestivi edifici caratterizzati da un raffinato eclettismo e dal nuovo stile razionalista.
Divenne però anacronistica con l’affermarsi di un fascismo che intendeva assumere un volto sempre più totalitario. Fu così che il vecchio governatore alla fine del 1936 venne sostituito con uno dei massimi gerarchi del regime, quadrumviro della marcia su Roma e potenziale rivale di Mussolini, Cesare Maria De Vecchi conte di Val Cismon, il quale mise in opera una politica di radicale cancellazione di quasi tutte le tradizionali consuetudini educative e istituzionali delle comunità locali, politica che si rivelò del tutto sgradita alla maggioranza degli abitanti greco-ortodossi.
Per un altro infelice paradosso, dal 1938 il regime fascista riusciva a ferire la comunità dodecanesina che più di tutte aveva dato ripetute attestazioni di fedeltà all’Italia e al fascismo, quella israelita. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale non fece che precipitare i contrasti: a quel punto il destino del Dodecaneso faceva parte della posta in gioco.
L’Italia perse, e il suo crollo trascinò con sé anche il dominio delle isole egee, occupate dai Tedeschi e dai Britannici e infine passate definitivamente alla Grecia anelante a cancellare la parentesi “straniera” espellendo gli Italiani che vi avevano preso dimora (non pochi dei quali vivevano in Levante da generazioni). Ciò fortunatamente non valse a distruggere del tutto un patrimonio non solo di infrastrutture ma anche di relazioni umane e di scambi culturali che aveva ormai segnato indelebilmente il Dodecaneso.


Vol. I
Il Dodecaneso italiano (1912-1922)

Vol. II
Il Dodecaneso italiano (1922-1938)

Vol. III
Il Dodecaneso italiano (1939-1947)